L’evergreen della moda: il giubbotto di jeans
Una delle caratteristiche principali che rende il jeans tanto amato è l sua versatilità. E’ genderless, senza età, comodo, resistente, adatto a ogni stagione e, con i giusti accessori, anche a ogni occasione d’uso. La tela originaria di Genova usata per confezionare pantaloni e salopette, dapprima è stata usata per gli abiti da lavoro, poi è entrata nel guardaroba di ogni giorno.
Una sorte simile riguarda al giubbotto di jeans, esistente già alla fine del 1800. La fama però risale agli anni ’50, grazie anche al notissimo marchio Levis Strauss & Co, che nel 1905 ci vide lungo ed ebbe l’idea di depositarne il brevetto. Da un punto di vista tecnico quindi, quando si parla di moda, la paternità del giubbotto di jeans è da affidare all’azienda Levis Strauss; ancora oggi, è uno dei capi più venduti di questo brand.
Il modello rivisitato
Perché Levis Strauss arrivò addirittura a brevettare il suo modello si giubbino di jeans? Perché l’aveva rivisitato. In sintesi, l’aveva tolto dal campo di abiti da lavoro per farne un capo alla moda. Aveva aggiunte le tasche, accorciato il busto, sagomate le maniche Così l’aveva portato sulle passerelle e da lì, in breve tempo, nei guardaroba delle persone comuni. Mentre passavo i decenni il jeans si imponeva sempre più, fino agli anni ’50 quando il giubbino in jeans si legò alla storia delle star del cinema
Il giubbino di jeans negli anni ’60 e ‘70
Quando il cinema cominciò ad avere successo, quello che indossavano le star era ciò che volevano tutti. E quando Marylin Monroe indossò una giacca in denim nel film del 1962 Gli spostati, questo capo divenne popolarissimo. Anche Marlon Brandon, James Dean e Elvis Presley legarono la loro immagine allo stile anni’60, dove i giubbini in jeans si alternavano a quelli di pelle.
Era quasi il tempo di un’altra rivoluzione culturale, quella dei figli dei fiori. Cose c’è di più iconico degli anni ’70 se non i jeans a zampa d’elefante larghissimi e i giubbini di jeans sopra vestiti a fiori? Ecco quindi che il giubbotto con tasche e bottoni rotondi continua a essere protagonista, amato da tutti, capace di portare pace e amore ovunque, senza distinzione di classe, sesso, età.
Gli ultimi decenni del ‘900
Dai figli dei fiori si passa alla generazione punk, che negli anni ’80 p partita dalla Gran Bretagna per spandersi in tutta Europa. Una cultura che partiva dal mondo della musica per rompere gli schemi con il passato, rifiutando quelle regole che erano sopravvissute alla liberazione degli anni ’70. Eppure, il giubbino di jeans riuscì a resistere. Cambiò lo stile, divenne più largo, soprattutto nero, ma si adattò ai nuovi gusti.
Riprende il suo modello originario negli anni ’90 quando entra fra i protagonisti dello street style. La jeans jacket continua a far furore fra le star, questa volta le icone della musica pop: da Madonna alle Spaice Girls, fino alla più recente Mariah Carey.
In questo periodo “si addobba”, seguendo la moda del momento. Paillettes, strass, ricami, cuciture colorate, inserti in stoffa. Gli anni ’80 sono un po’ il periodo degli eccessi, quanto meno in termini di colore, e il gusto si trascina fino agli anni ’90. Poi il denim classico torna protagonista
Gli anni 2000
Il nuovo Millennio lascia un po’ indietro tutti i fronzoli dei decenni precedenti e decide di giocare più sulle linee che sugli accessori. La giacca di jeans femminile diventa più stretta, aderente, segue le forme. Non è più solo giubbino, diventa una sorta di camicia. Oppure si indossa sopra un top di colore neutro, ed è il giubbino stesso a diventare protagonista.
Gli stilisti continuano a inserirlo nelle loro collezioni, ed è difficile trovare qualcuno che non ne abbia un proprio modello. Il colore preferito resta il blu denim, oppure l’azzurro, meno il nero. Gli inserti colorati restano appannaggio delle giovanissime; per le donne, il giubbotto di jeans preferisce restare al naturale.
Quando si indossa
Come detto, il jeans ha la capacitò di adattarsi a ogni situazione. Può farlo anche il giubbotto di jeans? Sì se si sa come abbinarlo. I modelli dal taglio più stretto possono andar bene anche in occasioni formali, se abbinati a pantaloni skinny e un tacco. Quelli di taglio classico restano più adatti alle occasioni casual.
L’abbinamento più complicato resta quello con la gonna, ma se amato lo stile vintage e sapete comporlo, potete in un momento ricreare una atmosfera da anni ’70.